Cirque du Web | Cirque du Web glossario
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Capita frequentemente che nel dare consulenze ai nostri clienti ci si trovi ad essere fraitesi oppure non capiti causa la terminolgia non conosciuta e/o spesso abusata. In Cirque du Web cerchiamo di dare consulenze esprimendoci o scrivendo nel modo più semplice possibile e quanto più possibile in lingua italiana. Facciamo grande attenzione nel coinvolgere i nostri clienti in concetti e strategie che sono il nostro pane quotidiano ma non sempre quello del cliente.
Abbiamo quindi deciso di scrivere un glossario web che a come scopo quello di dare quanta più chiarezza possibile ai nostri clienti, è un work in progress che aggiorniamo quanto più spesso possibile con nuove parole e/o concetti.

BID

E’ la quota che bisogna pagare nei motori di ricerca a pagamento per ottenere un determinato posizionamento per una parola chiave.

Blogger

Il blogger è un creatore di contenuti, come articoli o podcast, pubblicati su una piattaforma di proprietà. Di solito è un esperto di uno specifico settore: come la lingerie, il vino o i videogiochi. Ha costruito attorno a sé una community di lettori (o follower) che gli attribuisce conoscenze e competenze, grazie alle quali riesce a coinvolgere il pubblico generando conversazioni, condivisione di opinioni e conversioni.

Bounce rate

Indica la percentuale di persone che una volte entrate in un sito, in genere nella home page, lo abbandonano senza visitare altre pagine.

Brand awareness

La notorietà (o consapevolezza) di marca (brand awareness) definisce la capacità di una domanda di identificare un particolare brand. Può essere stimato con indicatori sintetici del grado di ricordo.

Brand reputation

La Brand Reputation è l’insieme di percezioni, valutazioni e aspettative nei confronti di un’azienda o di un brand, che sono il frutto di numerosi fattori quali la storia, le pubbliche relazioni e la condotta dell’azienda nel tempo.

CMS Content Management System

E’ un software che permette di controllare il lato amministrativo di un sito o di una applicazione web ad accesso privato. Permette di cambiare in tutta autonomia i contenuti specifici del sito e di renderlo così dinamico.

Content creator

Il termine abbraccia l’intera categoria di creatori di contenuti fruiti in rete dagli utenti: dai video di YouTube alle guide di Instagram. Il content creator può operare ai fini del personal branding, ma può anche collaborare anche con aziende e brand per pubblicizzare i prodotti o i servizi forniti. In questi casi i partner stabiliscono delle linee guida, promosse dal creator o dal brand, strutturate per rendere i contenuti appetibili per la community di riferimento.

Conversione

La conversione è il risultato di una serie di azioni eseguita da un utente su un sito, può essere un acquisto, l’iscrizione ad una newsletter, alla registrazione al sito, alla compilazione di un modulo, al download di files, etc. Il tasso di conversione è un valore che si utilizza per misurare e valutare il successo di una campagna pubblicitaria, di una azione nel web o anche semplicemente il funzionamento di un sito web.

Costo per click cpc o ppc

Il Cost per Click è la metrica che indica quanto spende un inserzionista per ottenere un singolo click sul suo annuncio online. Questo indicatore viene usato per calcolare le performance delle campagne Pay per Click o PPC su Google Ads o altri sistemi. In questi casi, la spesa dipende dai click ricevuti sull’annuncio.

CPA cost per acquisition

E’ il costo per acquisizione all’interno di una campagna di advertising. E’ un metodo di pagamento basato sulla finalizzazione o meno di una azione come un acquisto.

CPM

Cost per mille: in ambito pubblicitario, generalmente si intende il costo per migliaia di impression. È un indicatore di efficienza impiegato in fase di pianificazione di una campagna pubblicitaria per valutare l’economicità di un piano mezzi o di un singolo avviso. In origine cost per thousand, tale indicatore è oggi noto col nome latinizzato di cost per mille (CPM), misura che ha soppiantato il Cost Per Impression o CPI.

Il CPM (impression) si ottiene dividendo il costo della campagna pubblicitaria (o di un annuncio) per il numero totale di impression servite dall’ad server per quella campagna (o annuncio) e, quindi, moltiplicando il risultato per mille.

Il CPM è la modalità di acquisto tipica delle campagne di display advertising con obiettivi di awareness. Rappresenta, infatti, un modello di investimento pubblicitario che si basa sull’esposizione (Pay-Per-View), ossia sul numero di esposizioni veicolate, e non sui risultati dell’esposizione e dunque sul numero di risposte generate dall’azione pubblicitaria (Pay-Per-Performance), come invece avviene per le campagne che si basano su parametri quali Cost Per Click (CPC), Cost Per Acquisition (CPA), Cost Per Lead (CPL), Cost Per Action (CPA).

CTR Click through rate

È il tasso che indica la percentuale di volte in cui le persone hanno visualizzato un annuncio online e hanno effettuato un clic su di esso. Il calcolo è molto semplice basta dividere il numero di clic ricevuti per il numero di visualizzazioni e moltiplicare per 100.
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Digital Marketing

Quella serie di attività necessarie per promuovere un prodotto, un servizio o un business utilizzando tutti i canali della comunicazione digitale.

Digital PR

Sono quella serie di azioni realizzate utilizzando varie tecniche che hanno come fine quello di massimizzare le uscite, quindi le menzioni, di notizie. Questa attività permette la pubblicazione online di un marchio, di un un brand, di prodotti o servizi in siti di terze parte con lo scopo di aumentare la visibilità e le visite di un proprio target di riferimento.

Digital strategy

Sono quelle strategie di marketing digitale che hanno come fine quello di lanciare, consolidare o espandere un business.Una digital strategy è fondamentale per capire e massimizzare l’utilizzo degli strumenti del marketing digilale al fine di ottenere i risultati prefissi.

Display marketing

Lo strumento di marketing digitale che utilizza i formati come banner, button, pop-up per promuovere servizi e prodotti. Sono ospitati, in spazi a pagamento, nei siti web con contenuti di interesse per l’utente di uno specifico target. Le campagne display sono ideali anche per le attività di lead generation.

E-commerce

È il Commercio elettronico on line. Consiste nella vendita di prodotti e servizi attraverso l’utilizzo di internet grazie al supporto di un sito web.

Engangement

(Consumer Brand Engagement o CBE). Coinvolgimento, attaccamento emotivo del consumatore nei confronti di una marca che scaturisce da specifiche esperienze da esso vissute nel corso dell’interazione con la marca o il personal brand stesso e altri consumatori.

Si compone di 3 dimensioni:

1).  Dimensione cognitiva: la componente cognitiva dell’ engagement è espressione di uno stato psicologico del consumatore nei confronti di una marca ritenuta rilevante (perché percepita dall’individuo come particolarmente in sintonia con il sé). Si manifesta attraverso un processo di attivazione di associazioni cognitive positive che aumentano la rilevanza della marca agli occhi del consumatore.

2).  Dimensione emozionale o affettiva: la dimensione emotiva dell’ engagement, espressione del coinvolgimento emozionale del consumatore verso la marca, è il risultato di scambi relazionali ripetuti nel tempo tra il consumatore e la marca e/o altri consumatori. Presuppone, pertanto, un atteggiamento di fedeltà del consumatore verso la marca e l’impresa fornitrice.

3).  Dimensione conativa o comportamentale: tale dimensione costitutiva è espressione del grado di attivazione comportamentale del consumatore nei confronti di una marca che ritiene rilevante. Implica logiche di co-produzione nei processi di costruzione del valore: il consumatore viene coinvolto nel processo di co-produzione dei prodotti o marchi, a partire dai processi di concezione dell’offerta, e di significati, attraverso le esperienze di acquisto e di consumo. Come è noto, il consumatore ha oggi a disposizione una pluralità di canali e strumenti – quali social networking, video-sharing, blog, wiki, ecc. – attraverso i quali può creare e condividere contenuti con la propria rete sociale e attivare meccanismi di passaparola in grado di influenzare il processo decisionale e di acquisto di altri consumatori.

Nell’ambito specifico del social media marketing, l’ engagement si configura come una misura del grado di coinvolgimento che un determinato contenuto, pagina web, iniziativa online suscita negli utenti.

Sebbene ogni social network segua metriche proprie, si può parlare genericamente di engagement per indicare il volume di interazioni generate dalla pubblicazione di contenuti di varia natura sui social network in un dato periodo temporale; l’interazione dell’utente si manifesta tipicamente attraverso like su pagine e contenuti, condivisione di informazioni, pubblicazione di contenuti originali (commenti su contenuti postati dalla marca o post su blog).

Engangement rate (ER)

Secondo Hootsuite, “è la formula che misura la media delle interazioni ottenute dai contenuti social rispetto alla copertura o ad altri dati sul pubblico”. Un esempio di interazioni sono like, commenti e condivisioni. Spesso vengono definite come “vanity metrics”, letteralmente metriche di vanità, poco utili a dare un riscontro concreto delle azioni generate dalle attività social. Questo accade quando l’analisi dei dati non si basa su specifici benchmark e KPI.

Feed o RSS

È un contenuto formattato mediante codice XML. Questo strumento permette lo scambio di contenuto tra diverse applicazioni e/o piattaforme.

Follower

In riferimento ai social media, un Follower è un utente che decide di seguire un altro iscritto o una pagina business e di riceverne, quindi, contenuti e aggiornamenti.

Google ads

E’ un software che permette di inserire spazi pubblicitari all’interno delle pagine di ricerca di Google. Questi annunci sono visualizzati, fino a quattro, sopra i risultati di ricerca non a pagamento, o sotto i risultati di ricerca e vengono selezionati da un algoritmo che, tra le tante variabili, tiene conto delle parole chiave ricercate dall’utente. Così facendo verranno mostrati annunci pertinenti agli scopi dell’utente, migliorando così anche l’investimento da parte delle aziende che pubblicano tramite questo servizio. Ads è la principale fonte di remunerazione per il gruppo Google con fatturati che dal 2013 ad oggi superano sempre i 50 miliardi di dollari.

Google Analytics

Google Analytics è un servizio di web analytics gratuito fornito da Google che consente di analizzare delle dettagliate statistiche sui visitatori di un sito web. Il servizio è usato per il marketing su internet e dai webmaster. Google Analytics è il servizio di statistiche più usato nel web con una quota di mercato dell’85,4% nei migliori 10 milioni di siti (secondo Alexa). Google Analytics è utilizzato da circa il 56,4% degli stessi siti web.

Google Trends

E’ uno strumento, basato su Google, che permette di conoscere la frequenza di ricerca sui motori di ricerca del web di una determinata parola o frase: la ricerca e visualizzazione sono impostabili per nazione e per lingua e i risultati (cioè i trends, ovvero le “tendenze” correnti).

IGC (Influencer generated content)

Sono i contenuti realizzati da un influencer dietro compenso di un brand o di un’azienda. Rappresentano per il committente un’opportunità per avere il controllo del messaggio realizzato dall’influencer, ottenendo così un contenuto di qualità che calza a pennello sugli interessi e i bisogni del proprio target.

Impression

Il termine che indica il numero di volte in cui viene visualizzata una pagina o un link pubblicitario online da un utente.

Influencer

Classificazioni basate sull’ampiezza del pubblico (numero di seguaci). Possiamo suddividere gli influencer in quattro categorie, sulla scorta della classificazione proposta dall’associazione americana Ana (Association of National Advertisers) nel 2018:
micro-influencer (fino a 25.000 follower);
macro-influencer: (fino a 100.000);
mega-influencer (fino a 500.000);
celebrity (oltre 500.000).

KPI

Kpi (key performance indicator)
Un parametro di valutazione di quanto l’influencer sia performante.
I principali indicatori sono:

Reach. Questo parametro misura la portata di una campagna e va tracciato per avere una overview di quante persone sono state raggiunte dal proprio messaggio. L’obiettivo è sempre quello di raggiungere il maggior numero di utenti e gli influencer possono essere d’aiuto anche per colpire delle audience diversificate e delle nicchie con cui difficilmente, a volte, è possibile entrare in contatto. In questo caso, la scelta degli influencer e l’analisi delle loro audience è un momento chiave.

Engagement. Ovvero, il numero totale di interazioni (like, commenti, click, condivisioni, reazioni, brand mentions) sviluppate da un determinato contenuto pubblicato. Si tratta di un dato che può dare una prima idea dell’impatto di un influencer, ma che è anche fortemente influenzato dal numero di follower. In questo senso, una celebrity generà sempre un maggiore numero di interazioni rispetto ad un top, un micro e un novice influencer. Tutti questi indicatori sono utili per calcolare l’Earned Media Value, poiché ognuna di esse ha un valore. Se il loro totale è superiore ai costi di attivazione della campagna, allora la si può considerare una campagna di successo.

Engagement Rate. Si tratta del rapporto tra il numero complessivo delle interazioni diviso il numero di follower del Creator. È una metrica molto utilizzata, anche se non senza alcune delle criticità, come ad esempio il fatto che i profili Instagram, per esempio, ricevono anche una quota di interazioni anche da coloro che non li seguono e che quindi non sono contemplati nella fanbase. In questo caso, essendo questa metrica un rapporto, sono premiate maggiormente le campagne che vedono coinvolti profili con un numero di followers inferiore.

Conversions. Per conversione non si intendono solo gli acquisti effettuati su un e-commerce a cui gli utenti sono stati ridiretti tramite un link. Si considerano conversioni anche i download, le sottoscrizioni alle newsletter e tutte quelle azioni completate dagli utenti, che possono portare al raggiungimento di un obiettivo di marketing. Nel caso dell’influencer marketing, si possono usare degli accorgimenti per portare traffico e, in ultimo, generare conversioni da parte degli utenti, come ad esempio link UTM, codici sconto, landing page dedicate, affiliate links, ecc. Ovviamente, se si utilizzano dei link UTM è più facile tracciare il traffico degli utenti e vedere i loro comportamenti vedendo da quale piattaforma arrivano e che tipologia di conversioni completano.

Roi. Il Roi di una campagna influencer si calcola sottraendo alle revenues della campagna il suo costo. Se si ottiene un Roi positivo allora la campagna è stata vincente. In caso di Roi negativo, si può cercare di capire che cosa non è andato e migliorarsi per la volta successiva. L’obiettivo ultimo di una campagna è comunque quello di aumentare le vendite e le conversioni di un brand, ma soprattutto quello di generare awareness e creare buzz online e diventando riconoscibili nell’immaginario degli utenti.

Landing page

Sono spesso e volentieri dei micro siti, quasi sempre composti da una pagina. A volte sono dei presiti mentre spesso sono delle pagine che presentano un servizio, un prodotto o una offerta. L’accesso alle landing page avviene quasi sempre associato ad una azione che può essere il click ad un link o un banner. Scopo delle landing page è indurre e stimolare l’utente a compiere un’azione.

Lead generation

La lead generation è quell’operazione finalizzata trovare i clienti interessati, ad acquisire informazioni relative a potenziali contatti qualificati, o prospect, che potrebbero generare delle conversioni, o vendite, nel medio o lungo periodo. Grazie ai contatti rilasciati è possibile costruire un database che sarà utilizzato per generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti o servizi offerti da un’azienda.

Micro / macro influencer

Si distinguono dagli Influencer per il numero di follower, che di solito si aggira tra i 1.000 e i 100.000. Come per i colleghi con seguito maggiore, i micro influencer hanno una community fidelizzata, attenta ai loro contenuti e sensibile a consigli, prodotti e servizi mostrati. Per richiamare in causa l’engagement rate, i micro influencer sono caratterizzati da un tasso di ingaggio molto alto che si aggira intorno all’8% (fonte Hubspot) e per questo negli ultimi anni hanno risalito la scala delle preferenze nelle attività di Influencer Marketing.

Piano editoriale

Il piano editoriale è un documento – esplicitato o meno – di pianificazione di contenuti e regole di pubblicazione nell’ambito di una qualsiasi attività di produzione di contenuti.

Referral

È il sito internet da cui proviene un utente.

Remarketing / retargeting

Ad alcune campagne advertising si applica la funzione di remarketing (o retargeting) con lo scopo di raggiungere quegli utenti che hanno già visto e visitato un sito o una landing page in precedenza. Gli scopi possono essere di convincere gli indecisi a fare un acquisto o una conversione, azioni di cross selling o up selling etc. In genere per questa funzione si utilizzano i cookies del browser.

ROI – Return On Investemen

Ritorno dell’investimento. È un indicatore che ci permette valutare quanto hanno reso i capitali investiti nella comunicazione e nelle attività di marketing per la promozione del sito o landing page.

SEM – Search Engine Marketing

È l’attività di promozione di un sito sui motori di ricerca. Si tratta di una sorta di meccanismo di ottimizzazione il cui obiettivo è quello di portare traffico qualificato verso il sito web o una landing page. Questo genera un aumento visibilità di un sito e la qualità degli utenti al fine di incrementare il numero di potenziali clienti e quindi il ROI, ritorno sull’investimento. Alcuni degli strumenti SEM sono il DEM, ossia il Direct Email Marketing;  le campagne PPC sui motori di ricerca o sui social media più noti.

SEO – Search Engine Optimization

Sono tutte le azioni di ottimizzazione di un sito o di una pagina affinché risulti ben posizionata nei risultati organici dei motori di ricerca, cioè quei risultati al di sotto degli annunci sponsorizzati. Grazie a questa attività si genera l’aumento del volume di traffico qualificato, ovvero degli utenti specificamente interessati, che un sito web riceve tramite i motori di ricerca. Alcuni esempi si questa attività sono: l’ottimizzazione della struttura del sito e degli URL ecc.

SERP – Search Engine Results Page

Rappresenta il risultato che restituisce un motore di ricerca quando un utente effettua una ricerca. Nella SERP figurano i risultati a pagamento o sponsorizzati in testa e di seguito quelli organici, non a pagamento.

Social challenge

Sono sfide lanciate sui social network con fini sociali o commerciali. Oggi si presentano come un fenomeno in grado di smuovere masse di utenti in tutto il mondo e interessano principalmente un target giovane. Tra le iniziative più riuscite ricorderete senz’altro l’Ice Bucket Challenge, che ha coinvolto decine di celebrità in tutto il mondo, scatenando l’adesione di migliaia di persone nei cinque continenti. Promossa dalla ALS Association, ha sensibilizzato gli utenti del web sulla sclerosi amiotrofica laterale e le sue conseguenze sul corpo.

Social selling

Il social selling è una strategia di marketing che prevede l’utilizzo dei social media per aumentare il livello di engagement con i potenziali clienti, offrendo contenuti rilevanti e interattivi in grado di portarli passo dopo passo all’acquisto finale.

Spider / BOT / Crawler

Lo spider ha la funzione di scandagliare le pagine di un sito web controllando i contenuti testuali e dei links presenti permettendo poi, attraverso specifici algoritmi, ai motori di ricerca di indicizzare le pagine nei risultati di ricerca.

ZMOT

È il momento topico in cui l’utente da potenziale cliente attraverso una serie di azioni da inizio al processo di acquisto.